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  • Atalantamania: tutti vogliono (imitare) Gasperini, vincente l'idea della rosa!

    Atalantamania: tutti vogliono (imitare) Gasperini, vincente l'idea della rosa!

    • Marina Belotti
    Unica italiana dopo tanti anni a rimanere ancorata a tre fronti, "testarda, cocciuta" a non volerne lasciare andare neanche mezzo. Una priorità però adesso l'Atalanta ce l'ha ed è l'Europa League: un obiettivo esplicitato, chiaro e limpido, un messaggio al Marsiglia. Mister Gasperini vuole giocarsi la Coppa in finale. E non si accontenta più di quella col nastro tricolore: niente Roma, il Gasp pensa a Dublino. E le big iniziano a temerlo, e a volerlo.


    GASP! CHE ALLENATORE! - Il Napoli, la Roma, ma anche il Milan e la Juventus: nel valzer degli allenatori che terrà banco tra un mese in Serie A, il nome di Gasperini sta passando di panchina in panchina. Dopo anni in cui era definito semplicemente come "il tecnico senza trofei", ora si fa strada l'eventualità che possa addirittura alzarne al cielo due. E dato che l'Italia è un Paese meritocratico solo se hai bacheche piene di titoli da poter toccare con mano, ecco che inizia al corsa al Gasp. Ecco che d'improvviso il fallimento all'Inter non conta, "gli hanno dato poco tempo e in quella squadra non si poteva fare nulla". Ecco che vengono fuori tutte le qualità del tecnico che ha forgiato l'Atalanta e potrebbe ripetersi con tante grandi che non stanno vivendo un bel periodo: la cura dei giovani, la pazienza nel crescerli, la caparbietà nel puntare su certe caratteristiche e non su altre, la duttilità dei ruoli, la ricerca compulsiva dell'attacco. E la rosa perfetta.

    IN NOME DELLA ROSA- Anche questa idea, che porta avanti da anni, si è rivelata vincente e potrebbe presto essere copiata. La rosa non da undici ma neanche da ventuno, bensì da sedici giocatori. Undici più i cinque sostituti che nel nostro calcio sono diventati non solo importanti ma spesso più decisivi dei titolari dato che il 90% delle partite si risolve sempre nei pressi del 90'. Così, tutti si sentono titolari, nessuno un panchinaro, tutti partecipi alla causa, chi entra una volta al 60', la gara dopo partirà dal 1', e così via. E un minimo di cinque rotazioni a gara porta freschezza e risultati. Individuare i sedici poi, per lui, è un gioco da ragazzi. Bakker e Adopo l'hanno capito.

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    CurvaNord Dea
    CurvaNord Dea

    Sta salutando i violini.

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